Consigli per scegliere un cucciolo di Pastore Svizzero
Da Redazione
Ottobre 17, 2017
Oggi parliamo con gli allevatori di una magnifica razza cani: il Pastore Svizzero.
Quando vogliamo adottare un cucciolo di Pastore Svizzero Bianco, ci sono diversi fattori che si devono considerare: vediamoli insieme a chi ha una grande conoscenza della razza.
Intervista al Pastore Svizzero Bianco
Per questo abbiamo intervistato l’allevatore, facendole alcune domande per conoscere più a fondo questa razza canina appartenente al Gruppo 1 FCI (CANI DA PASTORE E BOVARI (ESCLUSI BOVARI SVIZZERI) .
Quali sono le caratteristiche di questa razza?
Il Pastore Svizzero Bianco è una razza canina tendenzialmente debole, con soggetti che presentano frequentemente tempra molle e temperamento scarso.
Di conseguenza il Pastore Svizzero allevato ai giorni nostri ha, mediamente, scarsa capacità di sopportare gli stimoli esterni negativi e di contenere gli stati ansiosi nonché bassa velocità di reazione agli stimoli esterni.
Se non ben socializzato, tende dunque ad essere insicuro, diffidente, timido, pauroso.
Non a caso secondo lo standard ENCI viene indicato come cane solo “da compagnia/da famiglia” e non prevede “prove di lavoro”
Come si sceglie il cucciolo più adatto alle proprie esigenze?
Nella scelta del cucciolo dobbiamo capire bene che cosa ci aspettiamo da un compagno a 4 zampe, se solo per compagnia, se anche per guardianìa, se solo per carriera espositiva, se anche per lavoro, pista, protezione civile, ecc. in modo da individuare la razza più adatta.
Un ruolo fondamentale nel processo di scelta è rivestito dall’allevatore, il quale, responsabilmente, deve individuare le esigenze del nuovo proprietario, il suo stile di vita, la composizione del suo nucleo familiare, per capire se ci sono o meno le condizioni perché si sviluppi una relazione ottimale all’interno del binomio Uomo-Cane onde scongiurare così resi o abbandoni.
Cosa bisogna tenere presente prima di adottare un pastore svizzero?
Il Pastore Svizzero, come detto, è una razza attualmente allevata solo per compagnia (come, in realtà, ogni “pet” è in grado di fornire: dai pesci dell’acquario, ai canarini, agli “animali domestici” in generale) e per esposizione di bellezza spesso fine solo a se stessa.
In realtà – pur adattandosi benissimo ad un contesto di famiglia con bambini piccoli, adolescenti, anziani – avrebbe moltissime potenzialità di utilizzo (in primis, la guardianìa; poi la protezione civile; ecc.ecc.).
Cosa porta un pastore svizzero in famiglia?
Se ben imprintato, impregnato e socializzato, si rivelerà un soggetto altamente godibile in famiglia e fruibile in società in qualsiasi situazione sociale, senza alcuna timidezza tanto meno aggressività (trattandosi, come detto, di “razza canina debole”), molto ricettivo al comando ed incline all’obbedienza del suo capobranco umano, formidabile guardiano (a livello acustico) estremamente protettivo nei confronti del suo branco umano, oltre che di tutto il suo territorio.
La convivenza con altri animali e bambini ?
Ideale, il pastore svizzero, per un contesto di famiglia con bambini piccoli, nei confronti dei quali sa essere molto protettivo; di aiuto in caso di adolescenti, magari un po’ introversi.
Ugualmente con altri animali non costituirà un problema se il cucciolo avrà ricevuto una ottima impregnanza che gli abbia consentito di raggiungere un ottimo equilibrio psichico, oltre all’apprendimento alla perfezione del galateo canino.
Tutti risultati per ottenere i quali i soliti, canonici, “60 giorni” (minimo di legge per la cessione di un cucciolo) riteniamo non siano assolutamente sufficienti.
Minimo 3 mesi. Ottimo 4 mesi.
Non a caso la Regione Lombardia e la Regione Marche nel corso del 2016 avevano, molto correttamente, predisposto ed emanato una normativa regionale che prevedeva l’innalzamento a 90 gg. del minimo di legge previsto per la cessione del cucciolo.
Normativa prontamente e tempestivamente “disinnescata” e fatta rientrare (nell’alveo dei classici “60 gg.”) dall’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana prima della fine del 2016, con grande sollievo per la gran parte degli allevatori (minori costi, rientro finanziario anticipato, minori rischi di adeguamento delle strutture, ecc.ecc.).
Quali indicazioni può dare a chi desidera un pastore svizzero?
Premesso che il Cane “non è obbligatorio per legge” e che non tutti sono idonei a detenere un qualsiasi cane (di razza o non, questo poco rileva), è sicuramente adatto per coloro che desiderano un cane sì da compagnia (come ogni animale domestico), ma anche godibile in famiglia e fruibile in ogni situazione e contesto sociale nel tempo libero (trekking, lunghe passeggiate nei boschi, ecc.) nonche anche un esigenza di minima guardia dell’abitazione.
Nel nostro caso il protocollo di allevamento si discosta molto da quello tradizionale.
Non abbiamo gabbie o box, i nostri cani vivono liberi su ca. mezzo ettaro di terreno completamente recintato, vivono con noi (non segregati in un terreno dedicato, con batteria di gabbie), si nutrono in modo naturale, a base di carne cruda fresca, ossi, uova fresche, frutta e fibre in generale.
I cuccioli nascono in casa, dove rimangono con la madre fino a tutta la 5° settimana che provvede alla “educazione primaria” e per farli familiarizzare ed abituare, sin da subito, agli odori ed ai rumori domestici.
Intorno al 35.mo giorno, vengono inseriti “nel branco” di cani adulti che vivono nel nostro territorio, che se ne prende cura, insieme alla madre, iniziando ad impartirgli, nei successi 3 mesi, una “educazione secondaria” oltre che tutta la gamma del galateo canino.
Vengono svezzati intorno 30 gg. dalla madre che gli rigurgita una poltiglia di carne cruda mista a frammenti di ossi (fondamentale fonte di calcio, anche se la maggior parte dei veterinari è contraria), di cui si nutre e, da allora, continuano con questo tipo di alimentazione, abbandonando progressivamente il latte materno (cui, comunque, continuano saltuariamente ad attingere anche fino ai 90/100 gg.).
Tutti i nostri cuccioli di pastore svizzero vengono ceduti solo a partire dalla 16.ma settimana (dopo i 112 gg.; quindi a 4 mesi), con microchip, ciclo vaccinale completo, documentazione sanitaria, posizione anagrafe, certificato di buona salute del veterinario e, ovviamente, muniti di pedigree ENCI/FCI (come previsto dal D.Lgs. 529/92).
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